Le emozioni: impariamo a conoscerle

“Tutti sanno cosa è un’emozione fino a che non si chiede loro di definirla “ (Fehr & Russell, 1984).

Le emozioni sono fenomeni complessi e affascinanti che pervadono la nostra vita quotidiana e ricoprono una straordinaria importanza nell’ambito dei processi psicologici. Sono molti gli studiosi che nel corso del tempo si sono occupati di emozioni arrivando ad elaborare teorie anche molto diverse le une dalle altre.

La maggior parte delle teorie odierne concordano nel definire le emozioni come reazioni affettive multicomponenziali, in genere brevi ma intense che insorgono all’improvviso in risposta a uno stimolo che può essere interno, come un pensiero o una sensazione corporea, o esterno come un amico che ci dà buca o il capo che ci urla contro..

Emozioni primarie e secondarie

 Le emozioni primarie sono emozioni fondamentali o di base: sono innate ed espresse universalmente ci accompagnano cioè sin dalla nascita e le espressioni facciali a esse collegate sono indipendenti dalla cultura e riconoscibili in qualsiasi parte del mondo.

Ognuna ha un suo preciso scopo dal punto di vista evolutivo:

  • la gioia si prova quando siamo soddisfatti del nostro stato, per indurci a mantenerlo;
  • la tristezza, legata a una perdita, ci dà il tempo di ritirarci, di riflettere e di elaborare quanto perduto;
  • la rabbia segnala un torto subito e ci spinge a difendere e rivendicare i nostri diritti;
  • la paura segnala un pericolo e serve a metterci in salvo con la fuga, l’attacco, o l’immobilità;
  • il disgusto ci allontana da qualcosa di fisicamente o moralmente negativo per noi.

L’esperienza emotiva umana si fonda oltre che sulle emozioni di base, anche sulle emozioni secondarie che originano dalla combinazione delle emozioni primarie e si sviluppano con la crescita dell’individuo e con l’interazione sociale e sono dunque più complesse.

Ne sono un esempio: l’allegria, l’invidia, la vergogna, la gelosia, l’ansia, la rassegnazione, la speranza, il perdono, la nostalgia, il rimorso, la delusione.

Sono anche definite emozioni sociali poiché servono per favorire la cooperazione e la coesione del gruppo, aiutano a vivere con gli altri e a integrarci.

Le componenti delle emozioni

È possibile distinguere diverse componenti delle emozioni:

– la componente fisiologica: comprende i fenomeni fisici che avvengono nel corpo come cambiamenti della respirazione, della pressione arteriosa, del battito cardiaco, della tensione muscolare;

– la componente comportamentale: determina cambiamenti nelle espressioni facciali, nella postura, nel tono della voce e spinge all’azione.

– la componente cognitiva: permette di attribuire un significato personale allo stimolo e alle sensazioni fisiologiche, così da decidere un comportamento immediato e/o futuro.


“Un’emozione è per sempre”: quanto dura davvero un’emozione?

In termini di durata è importante sottolineare che le emozioni non sono stati, bensì processi in continua evoluzione. Il decorso temporale delle emozioni può dunque essere estremamente variabile: in alcuni casi le emozioni hanno un chiaro inizio e una chiara fine, con una intensità stabile nell’arco temporale; in altri casi invece è più difficile definirne in modo preciso la durata poiché presentano un pattern maggiormente discontinuo e fluttuante anche in termini di intensità.

Per quanto sia comunemente diffusa l’idea che le emozioni, se non controllate, durino all’infinito, esse seguono l’andamento di una curva a campana: emergono ad una certa intensità, raggiungono un picco per poi decrescere fino a scomparire. Le emozioni, anche quelle più dolorose e difficili, infatti, sono fenomeni transitori.


Cosa NON sono le emozioni

È importante distinguere quindi le emozioni da fenomeni concettualmente simili.

Le emozioni:

  • non sono stati d’animo. Questi ultimi sono caratterizzati da una bassa intensità e una durata elevata;
  • non coincidono con i sentimenti che sono invece fenomeni più stabili e duraturi, direzionativi verso un oggetto ben definito;
  • non sono sinonimi di affetto che è un termine più ampio e generico che definisce lo stato affettivo dell’esperienza emotiva e ne definisce la valenza (positiva o negativa).

Uomini e donne: provano le emozioni allo stesso modo?

Le persone hanno forti credenze su come le emozioni differiscono in base al genere di appartenenza. Secondo lo stereotipo femminile, le donne sono più emotive, sperimentano ed esprimono emozioni più spesso di quanto non facciano gli uomini.

I risultati degli studi condotti dallo psicologo John Gottman hanno permesso di concludere che, nonostante vi siano delle differenze nel modo di esprimere le emozioni, gli uomini e le donne le provano emozioni in modo molto simile.

Gli uomini e le donne differiscono maggiormente nell’espressione delle emozioni – sia facciale sia verbale – piuttosto che nell’esperienza soggettiva delle stesse (Fischer, 2000).

 

Le emozioni sono universali?

Secondo la teoria darwiniana, tutte le emozioni sono indispensabili da un punto di vista evolutivo: sono il risultato di un lungo processo di adattamento che ha reso più efficaci le risposte degli esseri umani all’ambiente circostante, garantendo la sopravvivenza della specie.

Replicando gli studi compiuti da Charles Darwin nel libro pionieristico “L’espressione delle emozioni negli uomini e negli animali” (1872), lo psicologo americano Paul Ekman ha condotto importanti studi cross culturali arrivando a dimostrare l’ esistenza di emozioni, definite primarie che vengono espresse universalmente, cioè da tutti gli individui, in qualsiasi luogo, tempo e cultura attraverso modalità simili.

“Emozioni? Anche NO!”: miti e stereotipi sulle emozioni

“C’è un modo giusto di sentirsi per ogni situazione”, “Alcune emozioni sono stupide”!  “Essere emotivi vuol dire essere fuori controllo”. Queste sono solo alcune delle opinioni più comuni che molte persone condividono nei confronti delle proprie e altrui emozioni, opinioni che vengono generalmente identificate con il termine miti sulle emozioni (Linehan, 2011).

Come evidenziato in questo articolo, le credenze che abbiamo nei confronti delle nostre emozioni giocano un ruolo chiave nel determinare l’atteggiamento che assumiamo rispetto a queste.

Ecco che riconoscere ciò che sentiamo e dare un nome alle nostre emozioni può aiutarci a dare senso agli eventi della nostra vita. Significa anche imparare a conoscerle meglio e a non giudicarle automaticamente come un qualcosa di negativo o pericoloso.

Le emozioni sono dei potenti strumenti che abbiamo a disposizione per muoverci nel mondo e per comprendere meglio noi stessi e gli altri.

È necessario però avere il coraggio di sentirle!

Dott.ssa Carolina Posenato

Psicologa e Psicoterapeuta presso Centro Itinera.