Il metodo di studio a supporto dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento

I disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) quali dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia, sono disturbi che interessano le competenze strumentali degli apprendimenti scolastici, in presenza di un funzionamento cognitivo nella norma e in assenza di deficit neurologici e sensoriali.

Come specificato in questo articolo, per questi disturbi è necessaria una presa in carico globale che va dalla fase di valutazione a quella di riabilitazione. In quest’ultima rientrano sia i programmi incentranti sul potenziamento di specifiche abilità, come lettura, scrittura e calcolo, sia quelli focalizzati sullo sviluppo di un adeguato metodo di studio, congruo con le esigenze del singolo soggetto.

Non solo i soggetti con Disturbi Specifici dell’Apprendimento, ma anche studenti con Bisogni Educativi Speciali (BES), ovvero alunni con particolari esigenze educative causate da motivi fisici, psicologici o sociali, possono beneficiare di un lavoro improntato sulla costruzione di un personale ed efficace metodo di studio. Tra i BES rientrano, oltre che ai DSA e la disabilità, anche di Disturbi Specifici del Linguaggio, il Funzionamento Intellettivo Limite, il Disturbo da Coordinazione Motoria e il Disturbo da Deficit di Attenzione e/o Iperattività, oltre che alle situazioni di svantaggio socio-economico e linguistico.

La costruzione del metodo

Cosa si intende per metodo di studio?

“Il metodo di studio è l’insieme di azioni cognitive, di scelte strategiche, di capacità organizzative e di analisi metacognitive, che risultano efficaci in quanto economizzano i tempi e il dispendio delle energie mentali, ma non la qualità dei risultati di apprendimento” (Capuano, Storace e Ventriglia, 2017, p. 89). Il metodo di studio comprende la costruzione e la pianificazione di un modello di apprendimento che tenga conto, oltre che delle specifiche difficoltà del soggetto, anche degli stili di apprendimento e degli stili cognitivi dello studente.

Nella costruzione di questo modello è necessario conoscere i canali di accesso alle informazioni del soggetto e le strategie da attivare per valorizzare i suoi punti di forza, sempre in funzione del suo stile di apprendimento e del suo stile cognitivo. È per questo motivo che non esiste un metodo di studio universale, valido per tutti gli studenti, bensì ogni alunno necessita di un modello cucito su sé stesso e sulle proprie esigenze.

Una volta compreso ciò è possibile pianificare il metodo di studio individuale che deve comprendere l’organizzazione del lavoro, nei tempi e negli spazi, l’organizzazione del materiale e l’introduzione di strumenti compensativi e dispensativi, ove necessari. Contestualmente a ciò è importante “rendere gli alunni consapevoli del proprio modo di apprendere” (Capuano, Storace e Ventriglia, 2017, p. 89), strategia motivazionale e metacognitiva molto efficace, e supportali sul piano emotivo.

Il setting e l’organizzazione spazio temporale

Per quanto riguarda l’organizzazione del lavoro è importante identificare il setting fisico dello studio; questa pianificazione deve essere fatta in sinergia con l’alunno e con la famiglia e prevede la scelta di un luogo e di un tempo adeguato allo svolgimento dei compiti.

Il luogo dei compiti dovrebbe essere un luogo il più possibile privo di distrazioni, ad esempio lontano dalla tv, dai dispositivi elettronici o da fonti di rumore; la scrivania dovrebbe essere tenuta in ordine con il solo materiale necessario allo svolgimento dello specifico compito.

Per quanto riguarda i tempi è necessario definire il momento o i momenti congrui allo studio, i modo tale che lo studente possa avere a mente quale parte del pomeriggio è dedicata ai compiti e quale è invece dedicata alla attività extrascolastiche; in questo senso può essere utile una tabella con la creazione di un calendario settimanale, con la scansione delle varie attività, in modo che sia ben chiaro, anche visivamente, quale parte della giornata è dedicata allo studio. È necessario inoltre definire i tempi giornalieri necessari da dedicare alle singole materie in base al loro carico di studio: lo studente deve comprendere quali sono le materie che necessitano di un maggior dispendio di tempo e in base a ciò creare una scansione temporale delle attività scolastiche. Durante la pianificazione del tempo da dedicare alle singole materie è possibile programmare anche brevi pause che possano intervallare il lavoro, alleggerendo il carico cognitivo e alleviando il senso di stanchezza.

Il materiale

Anche il materiale necessita di una sua organizzazione: sono utili raccoglitori divisi per argomenti, tabelle, formulari, kit degli strumenti compensativi, custoditi in maniera ordinata e ben accessibili allo studente.

Tra i materiali utili, come specificato sopra, vi sono gli strumenti compensativi. Cosa sono questi strumenti? “Sono strumenti che permettono di compensare difficoltà di esecuzione di compiti automatici derivanti da una disabilità specifica, mettendo il soggetto in condizioni di operare più agevolmente…si intendono tutti gli strumenti utili a rendere più fruttuosa e agevole l’espressione delle proprie potenzialità” (Grandi, Peroni e Stella, 2017, p. 43). Tra questi rientrano vari supporti allo studio come sintesi vocali, calcolatrice, formulari, mappe concettuali, linee del tempo, tavole delle misure, tavola pitagorica, registratore, computer, ecc. Gli studenti DSA o Bes non necessitano ovviamente di tutti questi strumenti ma, con l’aiuto dei professionisti, insegnanti e clinici, possono individuare ciò di cui hanno bisogno.

Il supporto emotivo

Infine, ma non ultimo in ordine di importanza, è necessario che lo studente sia supportato, oltre che nella costruzione del suo personale metodo di studio, anche sul piano emotivo; com’è ormai noto in letteratura, infatti, i soggetti DSA o BES, possono presentare insicurezza, bassa autostima, bassa tolleranza alla frustrazione, sentimenti di colpa e inadeguatezza ed un aumento dell’affaticabilità, tutti elementi che non devono essere tralasciati ma opportunamente sostenuti dai professionisti clinici del settore, ma anche dal corpo docente e dalla famiglia.

Dott.ssa Federica Ciuccoli

Psicologa presso Centro Itinera, specializzanda in psicoterapia cognitiva costruttivista ad indirizzo evolutivo, tutor DSA e BES

Bibliografia

Capuano, A., Storace, F. e Ventriglia, L. (2017). DSA e strumenti compensativi. Carrocci Faber, Roma.

Consensus Conference ISS (2011). Disturbi Specifici dell’Apprendimento.

Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi, 2021. I DSA e gli altri Bes. Indicazioni per la pratica clinica. Quaderni CNOP, Roma.

Grandi, L., Peroni, G. e Stella, G. (2017). Come leggere la dislessia e i DSA. Conoscere per intervenire nella scuola secondaria di primo grado. Giunti Edu, Firenze.