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Giovani e device: il ruolo del genitore

In questo articolo

“Hai sempre gli occhi incollati a quel cellulare…prima o poi sbatterai la testa contro il muro!!”

“Basta! Stacca quel giochino!! È tutto il pomeriggio che sei lì appicciato!”

I giovani e l’utilizzo di dispositivi tecnologici

Giovani e device: il ruolo del genitore…
Sarà capitato almeno una volta di sentire ripetere queste frasi ai propri figli, magari con tono di voce stanco, preoccupato o arrabbiato, e vedere il figlio rispondere in modo un po’ contrariato.

L’uso dei dispositivi tecnologici è infatti spesso al centro di discussioni familiari, specialmente durante i periodi di vacanza, come quello estivo, nei quali bambini e ragazzi, più liberi dai vari impegni, sono soliti trascorrere diverso tempo davanti a cellulare o video games.

Da una ricerca di Save the Children (2017), infatti, emerge come il 53-54% dei bambini tra i 6 e 10 anni e il 54% dei ragazzi tra i 15 e il 17 anni usano regolarmente internet da casa e nel target di età tra i 12 e 17 anni il 19,7% trascorre in rete dalle 5 alle 10 ore al giorno.

I bambini sono soliti intrattenersi con video su YouTube, con app di giochi su cellulare-tablet o su console, mentre salendo di età a questi si aggiungono l’uso delle chat di messaggistica istantanea e di social network, come Instagram e Tik Tok. Il tempo dedicato a queste attività può talvolta andare a discapito di quello da impiegare nel gioco, nello stare in compagnia, nello sport, nella lettura o nei compiti, e questo può essere fonte di litigi tra genitori e figli. Al centro dei dibattiti ritroviamo principalmente il quantitativo di tempo in rete e i contenuti con i quali i figli entrano in contatto.

Il tempo in rete

Come possono quindi i genitori affrontare questo tipo di difficoltà?

Secondo la Società Italiana di Pediatria (Bozzola et al., 2018) è sconsigliato l’utilizzo di dispositivi elettronici prima dei due anni, mentre per i bambi più grandi il tempo consigliato è meno di un’ora dai due ai cinque anni e meno di due ore, spese nell’arco della giornata, dai cinque agli otto anni, sempre sotto supervisione di un adulto.

Per regolamentare il monte ore da trascorrere online è possibile pattuire in casa regole condivise da tutti i membri: in quali momenti della giornata e per quanto tempo.

I bambini possono beneficiare di cartelloni ben visibili in casa con la programmazione giornaliera/settimanale delle varie attività, comprendenti i momenti dedicati ai device, e l’uso di orologi o sveglie che permettano al bambino di vedere il tempo trascorso effettivamente online.

Ragazzi più grandi invece possono essere supportati con timer per l’utilizzo di giochi e app, che interrompono l’attività online all’orario prestabilito, e il monitoraggio giornaliero-settimanale del tempo trascorso online.

È importante che nella programmazione i bambini e i ragazzi siano coinvolti attivamente e che il loro punto di vista sia preso in considerazione e integrato con quello genitoriale.

Videogames: quali accortezze adottare?

Per quanto riguarda l’uso dei videogiochi è importante fissare un tempo di gioco, programmare delle pause, controllare che l’etichetta PEGI (marchio posto sui videogiochi che consente di classificarli in base all’età per la quale un gioco è consigliato e al tipo di contenuto al suo interno) sia appropriata all’età, e proporre anche attività alternative, in modo tale che tutto il tempo libero non venga trascorso al pc o alla console (Lavenia, 2019).

Per rendere ciò possibile è importante che il genitore conosca i giochi online con il quale il figlio interagisce, quali sono le dinamiche del gioco, i contenuti e la durata delle sessioni; un modo utile per avvicinarsi a questo mondo è chiedere al proprio figlio di giocare assieme, con atteggiamento incuriosito e non giudicante (ibidem).

Il ruolo educativo degli adulti di riferimento

I pediatri raccomandano inoltre di non utilizzare i device come placatori delle emozioni più intense o per tenere fermi e calmi i bambini quando i genitori sono impegnati, e di non fornire gli strumenti tecnologici durante i pasti e nell’ora prima dell’addormentamento (Bozzola et al., 2018).

L’uso dei device, inoltre, specialmente quando consideriamo i bambini più piccoli, è necessario che sia supervisionato dagli adulti di riferimento, i quali devono affiancare i piccoli alla scoperta del mondo online, essere da guida sull’uso consapevole dei dispositivi elettronici.

È infatti importante che vi sia un dialogo aperto tra genitori e figli su quali siano i contenuti più appropriati con i quali entrare in contatto, su quali siano le modalità congrue di relazionarsi con gli altri in rete, su quello che è opportuno o inopportuno postare online.

Uno strumento efficace, in presenza di bambini, è quello del parental control, il quale, una volta istallato sui dispositivi, può filtrare i risultati di ricerca del minore, bloccare l’accesso a determinate app e siti, registrare e segnalare attività online e fissare dei limiti di tempo (Lavenia, 2020).

Questo strumento, sicuramente di grande utilità, non può comunque sostituire la presenza del genitore il quale può aiutare il proprio figlio a comprende di avere tra le mani uno strumento potente, che al suo interno cela dei rischi, ma presenta anche delle opportunità.

È infatti importante che l’adulto non demonizzi e critichi tutto ciò che si trova in rete, ma si mostri interessato, non giudicante e sinceramente incuriosito alle attività virtuali che svolgono i propri figli, chiedendo ad esempio di guardare qualche video o di fare qualche gioco assieme, o semplicemente di chiacchierare su quello che fanno in rete. Questo consente al genitore, da una parte, di farsi un’idea del tipo di attività svolta online dal proprio figlio e, dall’altra, di creare una connessione con lui, un terreno sul quale dialogare e confrontarsi, prestando sempre molta attenzione alla sua sfera emotiva vissuta online.

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Dott.ssa Federica Ciuccoli

Psicologa e Psicoterapeuta presso Centro Itinera.