La dipendenza tecnologica (o “addiction comportamentale” legata a smartphone, social, videogiochi, streaming, shopping online, ecc.) non è “semplicemente essere sempre connessi”. Quando l’uso diventa incontrollato e toglie spazio a sonno, studio/lavoro, relazioni e interessi, siamo di fronte a un problema che merita attenzione e un percorso di cura.
Parliamo di pattern di comportamento che si auto-mantengono: il dispositivo offre sollievo immediato da noia, ansia o tristezza; quel sollievo rinforza l’abitudine, fino a ridurre progressivamente le altre fonti di benessere. La buona notizia è che si può uscire dal circolo vizioso con un intervento mirato e strutturato.
..
Quali sono le forme più comuni
Uso problematico dello smartphone (controllo compulsivo di notifiche, nomofobia).
Social media e scrolling infinito, con confronto costante e FOMO.
Videogiochi (online/offline) con perdita di controllo su tempo e priorità.
Streaming e contenuti on-demand (binge-watching).
Acquisti online e microtransazioni.
Ricerca incessante di informazioni (info-surfing) e news.
..
Cause e fattori di rischio della dipendenza tecnologica
La dipendenza tecnologica nasce dall’interazione di fattori:
Neurobiologici: ricerca di ricompense rapide (dopamina), sensibilità alla novità.
Psicologici: regolazione emotiva difficile, perfezionismo/autocritica, autostima fragile.
Ambientali e sociali: iper-connessione, dinamiche di gruppo online, isolamento, stress scolastico o lavorativo.
Stili di vita: sonno irregolare, sedentarietà, carenza di attività alternative significative.
Non serve “spegnere tutto”: serve imparare un uso intenzionale e ripristinare equilibrio.
..
Effetti sulla vita quotidiana
Emotivi: irritabilità quando si prova a limitare l’uso, senso di vuoto/loneliness, ansia da FOMO (Fear Of Missing Out, la paura di perdersi qualcosa).
Cognitivi: difficoltà di concentrazione, “mente occupata” dal prossimo accesso, pensieri intrusivi.
Fisici: alterazioni del sonno, affaticamento, dolori muscolo-scheletrici, cefalea.
Comportamentali/relazionali: procrastinazione, calo del rendimento, ritiro sociale/offline, conflitti familiari.
Economici: spese impulsive, microtransazioni, abbonamenti non controllati.
Senza intervento, il problema tende a cronicizzarsi e a restringere sempre più le aree di vita.
..
..

..
Campanelli d’allarme
Se da almeno diverse settimane riconosci alcuni di questi segnali, può essere il momento di chiedere aiuto:
Tentativi ripetuti (e falliti) di ridurre il tempo online.
Perdita di interesse per attività prima piacevoli “non digitali”.
Pensieri frequenti sul dispositivo/piattaforma quando non lo usi.
Trascuri sonno, studio/lavoro, relazioni o igiene personale.
Umore irritabile o giù quando non puoi connetterti (craving/astinenza).
Mentire o minimizzare con familiari/partner sul tempo d’uso.
Spese impulsive online o microtransazioni non pianificate.
..
Come si cura la dipendenza tecnologica e come la CBT può aiutare
La dipendenza tecnologica si tratta efficacemente con psicoterapia, interventi su routine e stili di vita e, quando indicato, lavoro psicoeducativo con la famiglia. Le linee guida internazionali indicano la Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT) come approccio di prima scelta per molte dipendenze comportamentali, perché è pratica, strutturata e orientata agli obiettivi.
..
Cosa facciamo in CBT (esempi di intervento)
Psicoeducazione: comprendere i meccanismi che mantengono l’uso problematico (trigger, ricompense, cicli di evitamento).
Monitoraggio e feedback: misurare tempi, contesti e funzioni d’uso; definire obiettivi realistici e misurabili.
Attivazione comportamentale: reintrodurre attività significative offline che diano benessere e senso di competenza.
Gestione trigger e craving: tecniche per tollerare l’urgenza, differire l’accesso, rompere le abitudini automatiche.
Ristrutturazione cognitiva: mettere alla prova pensieri come “se non rispondo subito perdo tutto”, “mi rilasso solo così”.
Problem solving e gestione del tempo: pianificazione, micro-obiettivi, priorità chiare.
Igiene del sonno e digital wellbeing: routine serali, regole di disconnessione, notifiche/ambienti privi di stimoli.
Prevenzione delle ricadute: piano personalizzato per mantenere i risultati nel tempo e gestire gli “scivoloni”.
Coinvolgimento della famiglia/partner (se utile): definizione condivisa di confini e alleanze di supporto.
La CBT prevede esercizi pratici tra una seduta e l’altra; i benefici spesso compaiono nelle prime settimane, consolidandosi nel tempo.
..
..

..
Il percorso con gli specialisti di Itinera
Al Centro Itinera il percorso inizia con un colloquio di accoglienza per comprendere storia, bisogni e obiettivi. Segue una valutazione delle aree coinvolte (umore, sonno, concentrazione, funzionamento scolastico/lavorativo, relazioni) e, se utile, l’impiego di questionari standardizzati. Insieme definiamo un piano CBT su misura.
Quando opportuno, collaboriamo con lo psichiatra di équipe o di riferimento del paziente. Offriamo incontri individuali e, se indicato, con il coinvolgimento della famiglia; il percorso può essere in presenza o online.
..